DA UN MEETING DI PROGETTO A UN TESTO TEATRALE- I risvolti possibili di una quarantena di frontiera
a cura di Teatro Magro, Babel Crew, Asinitas, Olinda, partner AMI partecipanti del Progetto Interscambio Teatro con Migranti
con la partecipazione di Alta Mane Italia e Sprar di Mantova
A: filantropo
B: psicologa
C: artista 1
D: artista 2
E: educatore
F: educatrice
A: sono qui solo per un saluto poi vi lascerò parlare
B: domani facciamo una lezione di teatro on line con i migranti, stiamo cercando di andare avanti ma ci sono un po’ di problemi di connessione
C: connessione , ecco il tema di oggi
E: la connessione crea una differenza sociale tra chi ce l’ha e chi non ce l’ha. Ora emerge piu’ che mai la diseguaglianza sociale. Marginalità digitale
D: ma come si fa a fare teatro senza il corpo? Il teatro senza l’incontro non è teatro
C: perché non vederla come opportunità? raggiungere tutti superando la distanza fisica
F: è una situazione nuova per tutti
B: una situazione che cambia drasticamente anche il nostro modo complessivo di relazionarci
F: loro sono in difficoltà a vederci in difficoltà
E: guardate che loro sono perennemente on line: parlano con parenti fanno feste di matrimonio a distanza da anni; la dimensione di non corpo i nostri migranti forzati la vivono quotidianamente; il mondo virtuale che noi immaginiamo e viviamo è un mondo molto distante dal mondo di cui hanno esperienza i migranti forzati e se quello diventa il nuovo punto di incontro, la nuova Agorà, la nuova piazza, può essere sicuramente interessante andarne a vedere le profonde contraddizioni o meglio le profonde differenze
F: loro ci possono insegnare ,stiamo in ascolto
B: è vero loro sono psicologicamente più attrezzati di noi ad affrontare questa crisi per quanto piu’ in difficoltà con i mezzi tecnici sia nella capacità di sopportare il contenimento e di vivere gli affetti a distanza.
F: La sfida è trasformare le connessioni in vincoli sociali. Ora vi spiego:
la connessione si può spegnere e accendere ON e OFF un linguaggio a cui ci dobbiamo alfabetizzare tutti in velocità ma non crea un vincolo , una compartecipazione a un cambiamento sociale. Inoltre porrei l’attenzione sulla mobilità più che sulla connessione , tutti soffriamo e ci coinvolge tutti sullo stesso piano rende uguali.
pausa
C: facciamo un esercizio: se dovessimo scoprire che questa è la nostra realtà. Per sempre.
B: io l’ho fatto questo incubo! mi sono svegliata in lacrime e sono stata inconsolabile per ore
il pensiero era un mondo senza corpi e non mi interessa. Non ci voglio vivere
D: se questa dovesse essere la nuova realtà allora il teatro tornerà ad essere luogo illegale di ricerca dove i corpi cercheranno di incontrarsi, diventerà qualche cosa di carbonaro, torneremo a fare teatro nascosti nelle cantine
B: il teatro è la massima realtà artistica che crea relazione tra chi lo fa e chi lo vede
D: come spettatore voglio tornare a sentire l’odore della sala la sedia dura la sedia morbida condividere la stessa aria con le altre persone
F: anche io sono in una profonda crisi mi chiedo se un servizio alla persona possa esistere senza la persona. Gli odori, le intuizioni, il contatto. io vorrei ritornare fuori, a toccare le persone.
A: speriamo che finisca il prima possibile!
C: il teatro non può non interrogarsi su come rendere viva questa relazione, gli artisti devono fare un conversione di linguaggio
D: non sono contrario al teatro in streaming ma all’egocentrismo in streaming che è ben altra cosa
B: è la necessità di essere presenti per sentirsi socialmente vivi, forse svuotato di senso ma è un grande bisogno.
C: quindi il teatro si può fare sul web? è possibile un teatro senza i corpi? è possibile un teatro senza gli spettatori?
D: il teatro in video no, il teatro è fatto di corpo , di relazione, che è una cosa irriproducibile. Io vedo il teatro come un atto sociale in cui c’è un’ azione e reazione con il pubblico che è irriproducibile. Teniamo i ragazzi attorno al teatro e non dentro il teatro per sottolineare che questo non è teatro. Sulle possibili alternative mi pongo delle domande. Piuttosto andiamo verso la performance….si può lavorare sulla scrittura lasciando loro un tempo e uno spazio per gestirsi.
B: ricordiamoci sempre che teatralizzare l’assenza rimanda sempre inevitabilmente alla presenza, tutto ciò che è morto adesso ci porta al netto al senso delle nostre vite , siamo tutti quanti dentro a un filtro, una protezione, un costume per essere quello che si vuole attraverso lo schermo.
F: quando siamo a tu per tu con l’altro cerchiamo di metterlo a nudo, capirne ogni sfumatura, cogliendo le atmosfere, i silenzi. I silenzi emotivamente gravidi. La connessione preserva la persona che cerchiamo sempre di mettere a nudo.
B: eppure attraverso il video emerge una libertà espressiva del corpo che di persona non mi avrebbe dato. Si manifesta un’ autenticità che nasce dall’assenza dei corpi e che si libera in espressioni inaspettate. Poi mentre lavoro con loro cerco di non guardarmi perché questa cosa difficilissima da gestire è questo sguardo su di me che vedo contemporaneamente mentre vedo l’altro a cui non sono abituata perdendo anche la mia di autenticità. In videocamera ciascuno vuole dare il meglio di se. Questa cosa è profondamente autoerotica siamo tutti chiamati ad avere un rapporto con il nostro corpo in un’attenzione ansiosa. L’Erotismo che trova nel teatro il suo luogo d’eccellenza in questo momento è introvertito. Un Dioniso introverso.
D: bucare lo schermo
C: ecco parliamo allora di immagine , dell’estetica di come ci presentiamo. Ho il tema della prossima volta: creatività
A: sarebbe importante parlarne al di là delle contingenza attuale e ne approfitto per ringraziarvi. Senza volerlo avete risposto a molte nostre domande.
D: perché la prossimo volta non coinvolgiamo uno o due ragazzi….
B: per la prossima volta magari ci prepariamo sul tema
D: ma se ci prepariamo c’è rischio convegno
B: è vero allora non ci prepariamo , improvvisiamo.
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