Partner: MLop Tapang –
Ambito: Inclusione Sociale –
Paese: Cambogia –
Luogo: Sihanoukville –
Anno: 2016-2018 –
Stato del progetto: Concluso –
Tipologia: Partnership con AMG
IL PROGETTO IN SINTESI
Laboratori di musica, circo e danze tradizionali presso il Centro d’Arte di M’Lop Tapang a Sihanoukville per bambini in condizione di estrema vulnerabilità, molti dei quali vivono per strada e sono esposti a violenze e abusi.
IL PROGETTO IN DETTAGLIO
Obiettivi
Stimolare l’indipendenza e la fiducia nei bambini in condizioni di disagio attraverso l’arte e aumentare la consapevolezza nelle famiglie e nella comunità sui problemi dei bambini di strada.
Beneficiari
445 bambini cambogiani di età compresa tra i 10 e i 22 anni in condizione di estrema vulnerabilità, molti dei quali vivono per strada e sono esposti a violenza, abusi, problemi di salute, uso di droghe, isolamento sociale e discriminazione.
Attivita
M’Lop Tapang fornisce sostegno ai bambini di strada di Sihanoukville, principale meta turistica costiera della Cambogia meridionale, dal 2003. Fin dalla sua nascita, l’arte e la musica sono state parte integrante delle attività dell’organizzazione, uno dei modi per entrare in contatto con i bambini di strada, per costruire relazioni con loro, contribuire ad aumentare il loro senso di autostima e la fiducia e aiutarli a superare eventi traumatici del loro passato.
Da gennaio 2016, M’Lop Tapang ha aperto un nuovo centro d’arte dove offre gratuitamente attività artistiche a più di 400 bambini in condizione di disagio sociale.
Il progetto prevede il sostegno alla realizzazione del laboratorio di musica, dove i bambini possono imparare a cantare e a suonare la chitarra, la tastiera e le percussioni; il laboratorio di circo e acrobatica (arti aeree, giocoleria, clownerie, monociclo) e il laboratorio di danza, che include anche le danze popolari cambogiane, contribuendo a trasmettere quest’arte tradizionale alle nuove generazioni. I movimenti complessi coinvolti nella danza tradizionale richiedono molto tempo per essere padroneggiati, ma offrono l’opportunità di sviluppare competenze di vita quali l’autodisciplina e la concentrazione
Creare tra le persone migranti e italiane una stessa aspirazione poetica, uno stesso linguaggio, un sentire condiviso di appartenenza ad una comunità meticcia attraverso il teatro, le fiabe, i miti e le opere teatrali universalmente umane e trasversali alle culture.
IL PROGETTO IN DETTAGLIO
Obiettivi
Creare tra le persone migranti e italiane una stessa aspirazione poetica, uno stesso linguaggio, un sentire condiviso di appartenenza ad una comunità meticcia attraverso il teatro, le fiabe, i miti e le opere teatrali universalmente umane e trasversali alle culture.
Beneficiari
15 giovani donne straniere da poco arrivate in Italia con ricongiungimento familiare, donne minori rifugiate e richiedenti asilo, 120 bambini italiani, stranieri e di seconda generazione allievi di due scuole primarie del quartiere Torpignattara di Roma; 10 donne italiane madri e maestre delle scuole coinvolte.
15-20 richiedenti asilo e rifugiati di età compresa tra i 20 e i 30 anni; 10 giovani italiani studenti di teatro e/o in formazione sui temi dell’Intercultura.
Attivita
Il progetto interviene sull’inasprirsi del clima sociale intorno alla questione migratoria usando l’arte come mezzo per creare incontro autentico tra le persone, conoscenza reciproca e senso di appartenenza comune, in risposta ai sempre più frequenti episodi di intolleranza che si verificano a Roma. In particolare il progetto utilizza le pratiche del teatro e della narrazione orale per intervenire sul disagio delle persone molto vulnerabili: le giovani donne appena arrivate in Italia (spesso con ricongiungimento familiare) e i loro figli, e i giovani rifugiati e richiedenti asilo. Per le giovani donne le arti narrative sono occasione di incontro e condivisione per uscire dal vissuto di sradicamento, di spaesamento culturale e dalla nostalgia, dall’esclusione dettata anche dal disagio socioeconomico, di condividere la fatica e le incertezze del crescere da sole un figlio. Il teatro, per i richiedenti asilo appena arrivati in Italia, è un’opportunità per recuperare le loro spezzature di vita, i traumi del viaggio e costruire nuova presenza, nuova identità, nuova cittadinanza, insieme ai giovani coetanei italiani.
Le donne straniere ed italiane sono coinvolte nel laboratorio Narramondi presso il Centro Interculturale Miguelim gestito da Asinitas a Torpignattara. Qui le giovani donne, una mattina alla settimana, condividono un percorso sulla narrazione orale di fiabe, miti e racconti di ogni parte del mondo, con il corpo, la musica, la danza e i burattini, grazie al coinvolgimento di artisti e formatori. Dai laboratori prende vita uno spettacolo che viene rappresentato in luoghi simbolici del quartiere e della città, e presso alcune scuole del quartiere, frequentate dai figli delle giovani madri coinvolte. I bambini vengono coinvolti in laboratori espressivo-narrativi e hanno modo di vedere le loro mamme con un ruolo nuovo, non passivo e isolato, ma attivo e animatore di comunità.
I giovani migranti ed italiani vengono coinvolti nel laboratorio teatrale Mistero Buffo presso la scuola di italiano gestita da Asinitas in Via Ostiense, una volta alla settimana e si conclude con la messa in scena di una rivisitazione dell’opera di Majakovskij presso alcuni teatri della città. In questo lavoro sono gli immigrati di oggi a sfidare il diluvio universale come i proletari dell’opera originale. Nel nostro mondo di oppressori e oppressi, l’utopia del riscatto possibile prende forma dalle storie di vita, dalle testimonianze e dalle narrazioni dei ragazzi stessi.
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