Il progetto interviene sull’inasprirsi del clima sociale intorno alla questione migratoria usando l’arte come mezzo per creare incontro autentico tra le persone, conoscenza reciproca e senso di appartenenza comune, in risposta ai sempre più frequenti episodi di intolleranza che si verificano a Roma. In particolare il progetto utilizza le pratiche del teatro e della narrazione orale per intervenire sul disagio delle persone molto vulnerabili: le giovani donne appena arrivate in Italia (spesso con ricongiungimento familiare) e i loro figli, e i giovani rifugiati e richiedenti asilo. Per le giovani donne le arti narrative sono occasione di incontro e condivisione per uscire dal vissuto di sradicamento, di spaesamento culturale e dalla nostalgia, dall’esclusione dettata anche dal disagio socioeconomico, di condividere la fatica e le incertezze del crescere da sole un figlio. Il teatro, per i richiedenti asilo appena arrivati in Italia, è un’opportunità per recuperare le loro spezzature di vita, i traumi del viaggio e costruire nuova presenza, nuova identità, nuova cittadinanza, insieme ai giovani coetanei italiani.
Le donne straniere ed italiane sono coinvolte nel laboratorio Narramondi presso il Centro Interculturale Miguelim gestito da Asinitas a Torpignattara. Qui le giovani donne, una mattina alla settimana, condividono un percorso sulla narrazione orale di fiabe, miti e racconti di ogni parte del mondo, con il corpo, la musica, la danza e i burattini, grazie al coinvolgimento di artisti e formatori. Dai laboratori prende vita uno spettacolo che viene rappresentato in luoghi simbolici del quartiere e della città, e presso alcune scuole del quartiere, frequentate dai figli delle giovani madri coinvolte. I bambini vengono coinvolti in laboratori espressivo-narrativi e hanno modo di vedere le loro mamme con un ruolo nuovo, non passivo e isolato, ma attivo e animatore di comunità.
I giovani migranti ed italiani vengono coinvolti nel laboratorio teatrale Mistero Buffo presso la scuola di italiano gestita da Asinitas in Via Ostiense, una volta alla settimana e si conclude con la messa in scena di una rivisitazione dell’opera di Majakovskij presso alcuni teatri della città. In questo lavoro sono gli immigrati di oggi a sfidare il diluvio universale come i proletari dell’opera originale. Nel nostro mondo di oppressori e oppressi, l’utopia del riscatto possibile prende forma dalle storie di vita, dalle testimonianze e dalle narrazioni dei ragazzi stessi.