La Banda Rulli Frulli è un progetto di musica d’insieme inclusivo e di riutilizzo creativo di materiali di recupero per la costruzione di strumenti musicali. Dal 2010 una settantina di ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 30 anni, tra cui 15 con disabilità, si ritrovano settimanalmente a Finale Emilia per costruire strumenti musicali con materiale di recupero, e per suonare percussioni con la guida di un direttore orchestrale della Scuola di Musica C. G. Andreoli. Dal 2013, ogni anno, per alcuni mesi all’anno la Banda è impegnata in vari concerti su tutto il territorio nazionale.
La Banda è stata un’importante occasione di aggregazione e socializzazione durante il terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012 grazie al sostegno di Mani Tese Finale Emilia, ed è diventata nel corso del tempo un punto di riferimento e invio di ragazzi vulnerabili da parte del servizio di Neuropsichiatria Infantile.
Il progetto sostenuto da AMI offre potenzialità di sviluppo alla Banda, permettendo, fino al 2020, a 6 ragazzi maggiorenni che ne fanno parte da tempo e con particolare impegno, di assumere un ruolo maggiormente attivo (tramite borse-lavoro) affiancando gli insegnanti, anche al fine di una diffusione dell’esperienza in altre città italiane. Dal 2017 il progetto vede la diffusione all’interno del progetto SPRAR di Reggio Emilia gestito dalla Cooperativa “Dimora di Abramo” e presso il quartiere multietnico in emergenza abitativa a Baranzate (MI). Dal 2019 la Banda Rulli Frulli coinvolge i bambini delle scuole elementari di Reggio Emilia in un grande concerto in occasione dell’evento “Notte di Luce” organizzato annualmente dalla città reggiana.
Per la sua elevata capacità di inclusione e integrazione delle differenze la Banda Rulli Frulli nel 2016 è stata selezionata tra le esperienze generative nel campo dell’integrazione sociale dai ricercatori dell’ARC (Centre for the Anthropology of Religion and Cultural Change dell’Università Cattolica di Milano) centro di ricerca dell’Università Cattolica di Milano che si occupa di cambiamento culturale e di innovazione sociale e nel 2018 è iniziata una ricerca in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano al fine di focalizzare gli elementi trasformativi di un approccio che, negli anni sta assumendo le caratteristiche di un “metodo”.